Biblioteca del Cinema Citizen Kane
 
Chi siamo
Da dove veniamo
Perchè Umberto Barbaro
Il nostro patrimonio
Il nostro futuro
ULTIME NOTIZIE
Biblioteca del Cinema Umerto Barbaro
Mail us

 

PREMIO CHARLIE CHAPLIN 2009

Giovedì 3 dicembre 2009, presso la Casa del Cinema di Roma, ha avuto luogo la quarta edizione del Premio Charlie Chaplin, destinato a personalità che nel campo della creazione artistica, della ricerca, degli studi, della pubblicistica e dell'organizzazione culturale hanno dato un contributo al rinnovamento e allo sviluppo del cinema italiano.

Sono stati premiati: Ferzan Ozpetek ; Giampiero Brunetta; Michele Asunis (Federazione Italiana dei Circoli del Cinema).

Al termine della cerimonia è stato proiettato il film: "Saturno contro" di Ferzan Ozpetek.

PREMIO CHARLIE CHAPLIN 2008

Giovedì 18 dicembre 2008, alle ore 20,30, presso la Casa del Cinema di Roma (largo Marcello Mastroianni - villa Borghese, Roma), ha avuto luogo la terza edizione del Premio Charlie Chaplin, destinato a personalità che nel campo della creazione artistica, della ricerca, degli studi, della pubblicistica e dell'organizzazione culturale hanno dato un contributo al rinnovamento e allo sviluppo del cinema italiano.

Promosso dalla Biblioteca del Cinema "Umberto Barbaro" e dalla rivista "Cinemasessanta", il Premio consiste in una targa del Presidente della Repubblica e di due medaglie concesse dalla Presidenza della Camera dei Deputati e del Senato.

Nel 2008 sono stati premiati Paolo e Vittorio Taviani, il critico Tullio Kezich e Livio Jacob, presidente delle Giornate del cinema muto.

Al termine della cerimonia, è stato proiettato il film "Sovversivi" di Paolo e Vittorio Taviani, prodotto nel 1967. A proposito di "Sovversivi" è stato scritto: "Ciò che vi è di primariamente caratteristico in film come "Un uomo a metà", "Sierra maestra", "Sovversivi", "San Michele aveva un gallo", "I dannati della terra" è l'uniforme propensione avanguardistica, ossia lo sforzo dei loro autori di portare soggettivamente a chiarezza nella prassi artistica la convizione che i modi e le forme del cinema "tradizionale" sono entrati irrimediabilmente in crisi e che la via del rinnovamento deve passare per le ricerche linguistiche d'avanguardia". (Da: "Il cinema nella cultura del Novecento" di Guido Oldrini).

 

 

PREMIO CHARLIE CHAPLIN 2007

Il 18 dicembre 2007, alle ore 20,30, saranno consegnate, presso la Casa del Cinema di Roma (largo Marcello Mastroianni - villa Borghese), le medaglie del Premio Charlie Chaplin (edizione 2007), promosso dalla Biblioteca del Cinema "Umberto Barbaro" e dalla rivista Cinemasessanta.

Il premio, assegnato annualmente dal Consiglio Direttivo della Biblioteca, è destinato a personalità che nel campo della creazione artistica, della ricerca, degli studi, della pubblicistica e dell'organizzazione culturale, hanno dato un contributo al rinnovamento e allo sviluppo degli studi cinematografici.

Quest'anno i premi sono stati assegnati a:

 

Medaglia della Presidenza della Repubblica:

Vittorio De Seta

 

Medaglia della Presidenza della Camera dei Deputati:

Gianluca Farinelli (Cineteca del Comune di Bologna)

 

Medaglia della Presidenza del Senato:

Callisto Cosulich

 

Dopo la cerimonia di consegna dei premi, saranno proiettati i cortometraggi di Vittorio De Seta: "Contadini del mare", "Parabola d'oro", "Pastori di Orgosolo". A seguire il lungometraggio: "Lettere dal Sahara", dello stesso De Seta.

Ingresso libero.

 

TAGLI E DIFFAMAZIONE

Pubblichiamo l’esposto che il presidente e il direttore della Biblioteca Umberto Barbaro hanno inviato al ministero dei Beni Culturali e alla Direzione Cinema.

Di fronte all’improvvisa diminuzione delle risorse disponibili, accertata allorché gran parte delle attività culturali erano in corso di svolgimento o già avevano avuto luogo, c’era da aspettarsi una condotta ministeriale prudente e assennata, che ripartisse le ripercussioni negative, suddividendo equamente i sacrifici e proporzionandoli allo stato delle singole organizzazioni. Si è proceduto invece in senso inverso. È stato messo in difficoltà chi aveva fatto affidamento su un ragionevole aiuto ministeriale calcolato sulla base delle esperienze precedenti. Altresì, sono stati colpiti i più deboli, nella speranza, alla lunga, di eliminarli definitivamente. È un orientamento che il ministero accarezza, indipendentemente dai governi che si succedono, invocato per fronteggiare il moltiplicarsi di iniziative sparse sul territorio nazionale ed estero; incline, questa propensione, alla drastica soluzione dei tagli al finanziamento anziché ingegnarsi a razionalizzare e coordinare un insieme di interventi che costituiscono una ricchezza e un terreno fertile di crescita. Si dimentica con troppa facilità che finanche la semplice consuetudine alla frequentazione delle sale cinematografiche è frutto di un’azione ramificata, costante e capillare che serve quantomeno a mantenere vivo un interesse, al di fuori del quale si ha la dequalificazione e poi l’assottigliamento del pubblico. Se il buonsenso consiglierebbe di rinvenire mezzi più adeguati a un progetto di ampia prospettiva, l’eventualità di redistribuire i contributi in circostanze critiche suggerirebbe di non cedere alla tentazione di infiacchire chi, pur non privo di meriti e di validi trascorsi, non ha protettori politici e istituzionali, né ha il potere contrattuale che gli derivi dal rappresentare organismi a carattere corporativo, raggruppamenti confessionali, aggregazioni sindacali o di altra specie.

Indebolire quelli che sono più fragili è un’opera che sostituisce – questo segno scredita la politica del ministero – altri atti tesi a valorizzare le energie esistenti, sia pure entro le logiche del risparmio e di una netta caratterizzazione delle attività.

Ma veniamo al nostro caso e ai punti che riteniamo più controvertibili. Abbiamo sotto gli occhi la motivazione con cui si mutila, quest’anno, la libera fondazione culturale “Biblioteca del cinema Umberto Barbaro”: “La Commissione – in considerazione delle limitate risorse disponibili – ritiene di dover assegnare un contributo decisamente inferiore a quello dell’anno scorso per la presenza sul territorio nazionale di iniziative analoghe sovvenzionate, nonché per la diminuita qualità dell’attività. Non è più riconosciuta la valenza nazionale”.

Dinanzi a queste asserzioni, ci domandiamo se siano tutte espressione della Commissione ministeriale o se alla verbalizzazione delle decisione prese siano state sovrapposte dagli uffici della Ferratella formule improprie, oltre che infondate, tali da configurarsi nei termini della calunnia e della diffamazione. Ci riferiamo al passo là dove si afferma che la riduzione eseguita sarebbe stata causata, fra l’altro, dalla “diminuita qualità dell’attività”. Generica e sbrigativa, la sentenza è contestabile poiché la Commissione è chiamata dall’art.19 della nuova legge sulla cinematografia a valutare le proposte (comma 4), commisurando le iniziative “alla stabilità e all’efficienza dell’iniziativa nei cinque anni precedenti”.

Dubitiamo che la Commissione, giudicando, abbia tenuto conto di questo preciso dettato. Altrimenti, sarebbe stata costretta ad ammettere che le iniziative intraprese dalla Biblioteca del cinema Umberto Barbaro hanno sempre ricevuto l’avallo e il sostegno del ministero dei Beni Culturali, così come lo hanno avuto dall’amministrazione capitolina, che alla Biblioteca ha assegnato prima la prestigiosa sede del Palazzo delle Esposizioni e poi un piano della Palazzina dei Teatri a Villa Doria Pamphili.

Non sappiamo chi ha voluto che l’apprezzamento ministeriale fosse ribaltato da cima a fondo. Ci domandiamo se ci siano state una votazione, una disparità di pareri, una relazione di minoranza. Stando alle apparenze (una nostra richiesta di accedere ai verbali che ci concernono, nel rispetto della tutela della trasparenza, finora non ha avuto riscontro) sembrerebbe che la deliberazione sia stata concorde, unanime, anche se privatamente qualche membro del consesso giudicante dichiara di essere rimasto sorpreso e giura che mai nelle discussioni s’è parlato della qualità delle manifestazioni considerate. Queste sono stranezze che ci inquietano. Quel che ci preme è comprendere le modalità seguite per assegnare alla Biblioteca Barbaro un voto basso nel momento in cui la legge non attribuisce a un ministero di uno Stato di ispirazione democratico-liberale il compito di fissare ciò che è culturalmente elevato o no, prerogativa questa propria dei regimi contro i quali abbiamo sempre combattuto. Oltre a tutto, non riusciamo a capire come possa essere maturato un giudizio fuori dal seminato legislativo quando le iniziative del 2004 (“Gli incontri con gli autori”) erano in fase di preparazione (sono state effettuate nel mese di dicembre, dopo la delibera ministeriale datata 12 novembre). Né riusciamo a capire a quali fonti documentali ci si sia appigliati: ritagli stampa, relazioni, ispezioni, testimonianze orali o scritte, rapporti di polizia? Come è noto, i resoconti e le relative documentazioni (inclusa l’intera annata di Cinemasessanta) siamo tenuti a esibirli agli inizi del nuovo anno. Se ne deduce pertanto che in virtù di doti divinatorie e di non scarsa fantasia, prodigiosamente, la Commissione ha stabilito una comparazione tra il passato e… il futuro, tra ciò che è stato negli anni scorsi e ciò che sarebbe dovuto accadere.

Ci si dice, inoltre, che le nostre attività non sono esclusive, ve ne sono altre su scala nazionale che le assomigliano. Ma questo ci sembra essere un argomento bislacco. Certo, in Italia si allestiscono molti festival, tematici o no, conferenze, proiezioni, seminari, corsi, funzionano svariate federazioni di circoli del cinema, anche di una medesima matrice culturale, si stampano libri e periodici che si occupano di una stessa materia. Allora, che fare? Inventarsi una gerarchia? Secondo quali criteri obiettivi? Selezionare pesantemente, amputare drasticamente significherebbe indurre più di una bottega a chiudere, fingendo di non sapere che senza il concreto appoggio dello Stato e degli enti locali l’animazione culturale non avrebbe di che vivere. Ciò di cui si avverte il bisogno è una politica costruttiva per affrontare questioni complesse e alquanto delicate, che investono la primaria esigenza democratica di favorire la molteplicità, la varietà, la diversità, la dialettica delle idee, un campo ove non si governa stando agli umori e alle prescrizioni delle maggioranze parlamentari (quali che siano) così come non si governa alla maniera dei sistemi totalitari.

La Commissione, a nostro avviso, ha agito male ma coerentemente al compito di usare soprattutto le forbici in vista di un riassetto generalizzato, radicale e pericoloso, da realizzare entro il 2005.

C’è, infine, la faccenda della “valenza nazionale” ritirataci. L’etichetta è elastica, una sorta di pelle di zigrino che si presta a interpretazioni discrezionali, sia pure nel solco delle discriminanti individuate nei decreti attuativi del 2003 e del 2004. Tuttavia, non è senza significato che ci sia stata una degradazione per la Biblioteca Umberto Barbaro e che questa abbia coinciso con addebiti di dubbia consistenza. In uno sforzo di chiarezza e di aderenza alla realtà, abbiamo immaginato e continuiamo a immaginare che la “valenza nazionale” risieda nel respiro delle attività, nella gestione di una Biblioteca specializzata che è anche un laboratorio culturale, nello sconfinare da uno stretto ambito locale, nella capacità di stabilire collegamenti organici e permanenti con singoli intellettuali e gruppi dislocati in varie regioni del paese. D’altro canto, è in questa direzione che muovono le indicazioni fornite dai decreti attuativi del 2003 e del 2004. Indicazioni di cui la Commissione si è scordata, così come si è scordata di un piccolo particolare: che il Servizio consultazioni della Biblioteca Umberto Barbaro poggia su 25.000 volumi italiani e stranieri – numerose sono le edizioni rare, numerosi gli esemplari degli anni Venti, Trenta e Quaranta irreperibili presso altre biblioteche – e su 390 collezioni di periodici italiani e stranieri, di cui non pochi riguardanti periodi non più vicini. Ci si è scordati anche del fattore “tradizione”, ripetutamente citato nei decreti attuativi e pertinente a una istituzione nata agli inizi degli anni Sessanta senza alcun contributo statale o comunale e che non ha mai interrotto il suo corso vitale, a dispetto di mille difficoltà.

La rivista bimestrale Cinemasessanta, che nel prossimo luglio compie il quarantacinquesimo anno di età, raggiunge le più importanti librerie italiane, raccoglie principalmente docenti universitari di Roma, Bologna, Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Milano, Pescara, Genova, nonché alcuni tra i più meritevoli laureati in Storia e critica del cinema, non si accontenta di pubblicare i testi degli “Incontri” svolti a Roma, ma apre le sue pagine a una riflessione critica e a una ricerca storiografica che hanno consentito di portare sostanziosi apporti agli studi e alla conoscenza della nostra cinematografia di ieri e di oggi. Non per nulla, nel novembre 2001, ad Assisi, Cinemasessanta è stata insignita del Premio Domenico Meccoli dal Centro Studi Cinematografici “per la serietà dimostrata in decenni di presenza nella cultura cinematografica con una particolare attenzione alle problematiche del cinema italiano”. Aggiungiamo un altro dettaglio sfuggito alla Commissione: che la Biblioteca Umberto Barbaro ha un sito su Internet ove sono impaginati corposi dossier su Chaplin, Tati, Ophüls, Renoir, Ozu, Welles, Pasolini, Minnelli, Sartre, Buñuel, saggi antologizzati attingendo agli scritti apparsi in circa mezzo secolo su Cinemasessanta. Sarebbe sciocco pensare che a questa fonte si rivolgano soltanto gli studenti romani. Stando ai nostri controlli, ci sono chiamate finanche dagli Stati Uniti e dal Giappone. Male informata, la Commissione non si è nemmeno accorta che una stretta collaborazione unisce la Biblioteca Umberto Barbaro, Cinemasessanta e la Federazione Italiana dei Circoli del Cinema.

Infine, sommeremo un’altra osservazione: né la legge della cinematografia, né i decreti attuativi prevedono la possibilità e l’eventualità di una revoca del riconoscimento della “valenza nazionale” delle attività culturali, tanto più se queste hanno radici profonde nel tempo e se compongono un disegno strutturato, una loro organicità e continuità.

In definitiva, abbiamo la sensazione di essere stati vittime di un pregiudizio e di classificazioni ben più tristi delle amputazioni finanziarie inflitte a un’associazione, che ha dato alla collettività più di quel che ha ricevuto. Pertanto, chiediamo formalmente che la Biblioteca Umberto Barbaro sia trattata per ciò che essa è stata ed è, non per la sua caricatura. Naturalmente, ci riserviamo di rendere pubblico il contenuto di questo esposto. Distinti saluti,

Il Presidente Il Direttore

(Giovanni Angella) (Mino Argentieri)

Roma, 8 marzo 2005

 

 

La Biblioteca rischia di non riaprire

26 novembre 2004 - Se non interverranno nuovi elementi, la Biblioteca del Cinema "Umberto Barbaro" non potrà riaprire i battenti. Il ministero dei Beni Culturali - Dipartimento dello Spettacolo, in questi giorni, ha operato un taglio drastico della sovvenzione annuale finora assegnata: dai 29.000 euro del 2003 ai 10.000 del 2004. La motivazione addotta? La riduzione subita dal Fondo Unico dello Spettacolo, un evidente smacco per il ministro dei Beni Culturali, che aveva minacciato di dimettersi qualora fossero state penalizzate le risorse del FUS.

Penalizzato l'associazionismo di Roma
La Commissione ministeriale, incaricata di esaminare progetti, proposte e richieste di concorso al finanziamento di attività culturali, ha deciso di ridurre i contributi particolarmente a Roma, una città, una capitale, in cui numerose e molto attive sono le associazioni culturali. Il criterio adottato è discutibile, per non dire di peggio, tenuto conto, oltre tutto, che con la rivista bimestrale Cinemasessanta, e con la presenza su Internet, il raggio dell'azione svolta dalla Biblioteca ha sempre oltrepassato, e oltrepassa, l'ambito locale.

Intervengano le autorità competenti
Sta di fatto che l'amputazione praticata dal ministero, avvenendo su un apporto finanziario che era già misero, finisce per rendere improbabile la riapertura del Servizio consultazione libri e riviste. Ci dispiace dare questa notizia, tanto più che l'amministrazione capitolina aveva messo a disposizione, dal settembre scorso, una sede e le necessarie attrezzature per ospitare la Biblioteca "Umberto Barbaro" nella Palazzina dei Teatri, a villa Doria Pamphili. Nei prossimi giorni, i dirigenti della Biblioteca prenderanno contatto con le rappresentanze del Comune, della Provincia e della Regione per cercare insieme una soluzione che impedisca la chiusura della "Umberto Barbaro".

A presto la riapertura

25 settembre 2004 - Finalmente la macchina ha ripreso a girare. Nel pomeriggio del 24 settembre è stato aperto il Villino Corsini (Villa Doria Pamphili) in cui sono ospitati la Biblioteca dello Spettacolo Giancarlo Sbragia, la Fondazione L'Immateriale di Carmelo Bene, e la Biblioteca del Cinema Barbaro. Il sindaco di Roma Walter Veltroni e l'assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma, Gianni Borgna, hanno inaugurato la sede che ha la denominazione di Casa dei teatri.

PROGRAMMA PER I PROSSIMI MESI- Da questo momento hanno inizio i lavori per montare sulle scaffalature e negli appositi contenitori libri, riviste e altri materiali, già traslocati, nel luglio 2003, nei locali del Villino Corsini, che, tuttavia, sono stati inagibili sino alla metà del corrente mese. Ne consegue che il ripristino del servizio di consultazione avverrà entro la primavera del 2005. Circa le modalità di accesso e gli orari sarà emanato su questo sito un comunicato.

LE DIFFICOLTA' DA SUPERARE- Approfittiamo per ringraziare l'amministrazione capitolina e le Biblioteche di Roma. che hanno consentito, dopo una lunga attesa e molte incertezze, di reintraprendere un cammino iniziato nel gennaio 1993 e interrotto non per nostre responsabilità. Non ci nascondiamo, tuttavia, di essere ancora al cospetto di numerose e non lievi difficoltà. Le risorse economiche della Biblioteca sono scarse, minime, non tali da garantire, almeno allo stato attuale delle cose, l'espletamento pieno (e per noi soddisfacente) di un servizio adeguato alla ricchezza del patrimonio librario e pubblicistico messo a disposizione. Come se non bastasse, recentemente, il Dipartimento Biblioteche del Ministero dei Beni Culturali ci ha tolto l'irrisorio finanziamento (1000 euro all'anno) concessoci per l'acquisto di libri. In aggiunta, il Dipartimento dello Spettacolo dello stesso Ministero, a tutt'oggi, non ha provveduto a esaminare i progetti delle associazioni culturali per l'organizzazione di manifestazioni e attività che devono svolgersi entro il 31 dicembre 2004.

IL NOSTRO AUSPICIO - Dunque, gli ostacoli da affrontare sono non pochi e gravosi, anche se ci auguriamo di superarli grazie alla sensibilità di chi - stampa, opinione pubblica, forze politiche, autorità amministrative - ha interesse alla salvaguardia e al potenziamento di un prezioso giacimento culturale.

A che punto siamo

18 novembre 2003 - Nel mese di luglio 10.000 volumi della Bub sono stati trasferiti dal Palazzo delle Esposizioni alla Palazzina Corsini (villa Pamphili), in attesa che qui, entro alcuni mesi, sia allesito il servizio consultazione libri e riviste. 15.000 volumi, in attesa di catalogazione, sono stati trasferiti in un magazzino comunale di Torbellamonaca. Mentre è in corso di elaborazione una convenzione tra il Comune di Roma e la Bub per regolamentare i rapporti di ospitalità nei locali della palazzina Corsini, possiamo precisare alcune linee prospettiche.

I° Il servizio consultazione libri e riviste dovrebbe essere gestito dalla libera fondazione Bub, compatibilmente alle risorse di cui l'associazione dispone grazie a sovvenzioni pubbliche.

II° La collocazione nella palazzina Corsini dovrebbe essere considerata transitoria, anche se l'insediamento avrà una durata non inferiore a tre-quattro anni.

III° Entro circa un quinquennio, i 10.000 volumi reperibili nella villetta Corsini e gli altri immagazzinati a Torbellamonaca confluirebbero in una Biblioteca delle Arti, promossa dall'Università Roma 3, dal Comune di Roma e dalla Bub.

Come si vede stiamo uscendo dalla paralisi che ha colpito il servizio libri e riviste. Ma l'uso del condizionale è consigliabile poiché le pubbliche amministrazioni sono in Italia, particolarmente a Roma e nel Lazio, una dannazione per la lentezza che le contrassegna, per l'assurdità delle leggi che le amministrano, per l'assenza di una volontà politica - a destra, a sinistra e al centro - tesa a snellire prassi e procedure.

Qualcosa si muove

11 luglio 2003 - In autunno, probabilmente, il servizio consultazione libri e riviste della Libera Fondazione "Biblioteca del Cinema Umberto Barbaro" sarà riattivato dopo una chiusura protrattasi per quattro anni. L'impegno assunto dall'assessorato per le politiche culturali nella primavera del 2001, in virtù del quale la Biblioteca avrebbe presto riaperto i battenti nella palazzina Corsini, a villa Pamphili, si sta avviando a pieno compimento, dopo un lungo, troppo lungo, periodo di gestazione.

PRIMA TAPPA - Siamo in vista di un accordo che consentirebbe di ospitare 10.000 volumi nella palazzina Corsini, incluse alcune collezioni di periodici italiane e straniere mentre altri 10.000 sarebbero trasferiti in una biblioteca comunale di Tor Bella Monaca: un fondo a cui si attingerebbe di volta in volta, a seconda delle richieste che perverranno alla palazzina Corsini. Quest'ultima, tuttavia, è un'eventualità improbabile, data l'enorme distanza tra le località di Monteverde e di Tor Bella Monaca.

La soluzione scelta, in linea di massima, presenta caratteri di provvisorietà, essendo maturata nei mesi scorsi una prospettiva che vedrebbe l'amministrazione comunale, l'Università di Roma 3 e la Biblioteca Umberto Barbaro associate nella realizzazione di una grande Biblioteca delle Arti dislocata nei locali dell'ex Mattatoio, nel quartiere Testaccio.

PROSPETTIVE - Si tratta di un progetto importante e di indubbia utilità sociale e culturale, attorno a cui si sta lavorando, ma che richiede quattro o cinque anni per essere tradotto in atto, presupponendo adattamenti del progetto originario. Dunque, qualcosa di muove.

LA NOSTRA CRITICA resta comunque valida e ampiamente giustificata (l'abbiamo espressa anche sul Corriere della sera del 29 maggio) in quanto rivolta a leggi, regole, pratiche gestionali che appesantiscono, imbrigliano, rallentano e frenano la buona volontà degli amministratori pubblici, ogniqualvolta si manifesti.

Il caso della Biblioteca Barbaro è esemplare e dovrebbe indurre a riflettere chi ha responsabilità politiche sulla priorità inderogabile di adoperarsi nelle sedi opportune, affinché ordinamenti asfissianti siano cambiati allo scopo di rendere agile la macchina pubblica. Le politiche culturali non possono consistere soltanto nel bussare alle casse degli enti locali e dello Stato per l'allestimento di mostre, festival e spettacoli così come non possono consistere nell'erogare assennatamente e correttamente sovvenzioni - il che non avviene sempre nel nostro paese. Quel che occorre in quasi tutti i settori sono riforme che introducano uno stile, metodi e norme che consentano una snella, rapida e non dispendiosa funzionalità, a beneficio dei cittadini e degli stessi gestori pubblici.

I ripensamenti del Comune

23 novembre 2002 - L'assessorato alle politiche culturali del Comune di Roma aveva promesso, 9 mesi or sono, l'inserimento della Biblioteca del Cinema "Umberto Barbaro" nel sistema delle biblioteche comunali. La notizia fu diramata alla stampa, ripresa da molti giornali e segnalata anche sul nostro sito. In coincidenza con i primi rigori invernali è giunta una novità.

L'ULTIMA NOVITA' - La Biblioteca "Umberto Barbaro" non entrerà nel circuito delle biblioteche comunali. Perchè? Motivi economici, ci si dice. Gli standard dell'organizzazione municipale comporterebbero spese di impianto e di gestione troppo elevate (perché non abbassarle e rendere praticabili iniziative agili?); forme organizzative più elastiche ed economiche sarebbero addirittura inconcepibili (siamo in pieno paradosso). Per giunta, qualche cervello allo sbando ha scoperto che la Biblioteca, prefiggendosi di salvaguardare libri, riviste e carte del cinema, sarebbe equiparabile a un museo, organismo rientrante in altre sfere di competenza burocratica. Inoltre, i libri della "Umberto Barbaro" sarebbero troppi: una constatazione preoccupante per alcuni.

QUEL CHE SI IGNORA - Spesso si ignora che le biblioteche comunali osservano un discutibile criterio, secondo il quale si espongono soltanto i libri più gettonati dai lettori. Guai ai testi importanti, ma non richiesti o poco richiesti.

Quale la conclusione di questa penosa vicenda, che vede la Biblioteca "Umberto Barbaro" chiusa da tre anni, contro la volontà dei suoi promotori e curatori? A febbraio (2003), a causa dei lavori che entro il 2004 ristruttureranno il Palazzo delle Esposizioni, i materiali della "Umberto Barbaro" saranno sloggiati da via Nazionale. Per essere trasferiti in quale sede? E' un mistero.

RIEPILOGANDO - In circa mezzo secolo, la Biblioteca "Umberto Barbaro", un'associazione culturale, ha riunito e offerto in lettura gratuitamente 20.000 volumi e centinaia di collezioni di riviste italiane e straniere (dagli anni Trenta ai giorni nostri). Questo ricco patrimonio è stato messo a disposizione del Comune a costo zero per la comunità. Il Palazzo delle Esposizioni ha incorporato la Biblioteca nelle sue strutture per non più di un triennio. Poi si è aperto un vuoto, che solo il Comune di Roma può riempire, purchè esca da una fase di imperdonabili incertezze. C'è di mezzo un servizio, di cui parecchi cittadini romani (studenti universitari principalmente), sono stati privati da lungo tempo. E se è vero che le biblioteche non sono appetibili in termini di rendimenti elettorali (forse l'Estate Romana susciterà qualche illusione in più), non è men vero che la modernità di una capitale e l'efficienza di una amministrazione si giudicano, valutando il funzionamento delle istituzioni culturali.

La ripresa del servizio consultazione libri e riviste


Mercoledì 27 febbraio 2002, alle ore dieci di mattina, si è svolto un sopralluogo alla Palazzina Corsini (Roma - Villa Doria Pamphili) cui hanno preso parte l'assessore alle politiche culturali del Comune di Roma, Gianni Borgna, il direttore dell'Istituzione Sistema Biblioteche - Centri Culturali Antonio Calicchia, nonché esperti, funzionari comunali e membri del consiglio direttivo della "Biblioteca del Cinema Umberto Barbaro".
Scopo della ricognizione: esaminare alcuni aspetti attinenti all'imminente trasferimento del Servizio Consultazione libri e riviste della "Biblioteca Umberto Barbaro" nell'edificio che ospiterà anche la Biblioteca teatrale "Giancarlo Sbragia" e iniziative culturali (mostre, convegni, conferenze, seminari, ecc.). L'inaugurazione della nuova sede è prevista entro un anno.
L'incontro avvenuta segna l'assunzione di un impegno che sarà formalizzato da un accordo tra l'amministrazione comunale romana e la Libera Fondazione "Biblioteca del cinema 'Umberto Barbaro'"; accordo che attualmente è ancora in fase di studio.
Quanto ad alcune notizie diffuse dai quotidiani Il Messaggero e la Repubblica (29 febbraio), teniamo a chiarire che l'oggetto dell'intesa non riguarda un presunto "fondo Barbaro", ma circa 20.000 volumi e centinaia di collezioni di periodici raccolti dalla nostra Associazione dal 1962 a oggi, un copioso patrimonio che merita di essere salvaguardato nella sua integrità e nell'interesse della comunità degli studi e della popolazione romana.
Nelle prossime settimane segnaleremo su questo sito le novità relative all'attuazione di un progetto attorno al quale si sta lavorando, nella speranza di giungere a risultati per tutti soddisfacenti.


[home] - [biblioteca del cinema] - [cinema 60]